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ATLETICA SAMMARCO
Sottosezione
EUR del Gruppo Sportivo Astra Trastevere
Programma di allenamento 2007/2008
1. Indice
1. Indice
2. Presentazione
3. Obiettivi di questanno
4 Legenda riguardante le tabelle di allenamento
5. Tabelle di Allenamento
6. La palestra
7. Tattica di Gara in Maratona
8. Il miglior passo in Maratona
9. Il muro del trentesimo chilometro
10 Il test di Yasso
11. Conclusioni
2. Presentazione
Carissimi amici, questanno, al contrario dello scorso, ho cercato
di effettuare nuovamente il programma di allenamento, e seppur scherzando
(troverete qualche spigolatura presa qua e la sul web), ritengo che
il momento di riflessione e preparazione sia importante, divertente
ed anchesso formativo, al pari del successivo rispetto dello stesso.
Ci siamo accorti come ogni anno sia stato difficilissimo rispettare
le regole preventivamente impostate, ma come, daltronde, senza
regole sia stato anche difficile correre. Andare avanti a tentoni genera
secondo me incomprensioni, e magari anche perdite di tempo.
Quante parole sono state spese anche lo scorso anno (ognuno di noi ha
messo del suo, ovviamente) a riguardo delle gare e degli obiettivi da
condividere.
Personalmente, visto che il budget di gare è sempre
particolarmente tirchio, cerco di sfruttare al massimo ciò che
mi viene offerto dalla nostra città, dopo aver ovviamente fatto
i miei compromessi con la famiglia. Mi sembra, comunque, che alla fine
sia ugualmente bello.
Un po tutti, mi è sembrato, hanno però preventivato
nella loro bisaccia una serie di gare diciamo di avvicinamento,
alcune anche molto serie. Sicuramente queste servono a riconoscere il
proprio stato di preparazione, ma sono esse stesse funzione di allenamento.
Ho avuto modo di constatare che chi fa 3/4 maratone allanno ha
sempre meno bisogno dei lunghissimi (ovvero di allenamenti sopra i 30
km).
Intravedo magari qualche problema nel condividere allenamenti che siano
controproducenti per obiettivi di periodo individuali (chi prepara una
maratona ad ottobre o novembre dovrà magari adattarsi).
Sono sicuro che, come già altre volte, troveremo il modo di adattarci
con buona pazienza.
3. Obiettivi
Anche questanno lobiettivo per il quale questo programma
è ritagliato è come al solito Roma Ostia/Maratona
di Roma. Ognuno, è libero, ovviamente di effettuare anche altre
gare, ma la progressività di tale allenamento potrebbe non essere
accordato con queste altre date.
Potremo migliorarci rispetto allo scorso anno o potremo migliorarci
in assoluto?
Sono convinto che alla nostra età (parlo per me così nessuno
se la prende), sui risultati pesino molto il numero degli allenamenti.
Eventi casuali sono solamente a sfavore (e non a favore ahimè):
non cè un cibo che ti mandi più veloce, ma se sbagli
lalimentazione andrai sicuramente più piano.
Lo scorso anno, per infortunio, sono stato ripetutamente fermo tra il
mese di dicembre e quello di gennaio. Per recuperare ho corso sempre
tre volte a settimana per 9 settimane di seguito. Certo, a qualcosa
questo sacrifico è servito, ma i miracoli sono di un altro mondo
e si è visto alla maratona.
Io, in prima persona, cercherò di correre un terzo allenamento
settimanale, piazzato o di sabato mattina o in un altro angolo della
settimana. Il terzo allenamento è solo di scarico.
Sono sempre convinto che sia importante una seduta di stretching/mobilità/potenziamento
(magari con carichi progressivi se quelli proposti non sono soddisfacenti).
Ve la ripropongo così come lho fatta io, partendo da un
allenamento di correre. Molti allenatori dicono che la macchina
va tenuta ben lubrificata e tonificata. Il punto è che il tempo
è sempre avaro.
Questanno sono riuscito a farla due sole volte, e vi dico con
mio profondo rammarico che si tratta di un allenamento che dona una
sensazione di benessere generale.
4. Legenda delle Tabelle dAllenamento
Ripeto questo paragrafo tutti gli anni, ma ogni volta con qualche differenza,
ovvero aggiunta. Cercheremo di ripartire da dove ceravamo lasciati.
Il caldo fa gioco/forza per lallenamento impegnativo.
Negli allenamenti qualitativi la base di corsa sarà sempre la
stessa allincirca. Cioè la corsa sarà utilizzata
come riscaldamento.
Corsa semplice: dovrà essere la più naturale possibile,
senza lasciarsi condizionare dal ritmo, cercando di essere sciolto nei
movimenti del bacino, rilassato nel collo e nelle braccia.
Corsa collinare: simile alla corsa semplice, bisogna però trovare
un percorso con molte salite affrontandole con più impegno della
corsa semplice.
Corsa in progressione: si tratta di un lavoro nel tempo prestabilito.
Si parte piano, ad esempio ad un ritmo di 6 al km e si finisce ad un
ritmo veloce, pari a quello di gara, che nel nostro caso si dovrebbe
trovare sotto i 5 al km. Ovviamente se fatto su strada la progressione
potrà trovare la sua difficoltà incontrando salite o favorita
dalle discese.
Gli allunghi: sono solitamente effettuati su un tratto di 100 metri
di pianura corsi in progressione ad un ritmo finale quasi massimo che
poi decresce alla fine gradatamente. Il recupero è di circa 60-90.
Salita: si effettua correndo uno sprint su una salita abbastanza ripida.
Hanno rifatto il manto stradale del laghetto e cè una interessante
salita larga ed illuminata nelle vicinanze dellENI (in fondo a
viale Africa). Il tempo di recupero sarà il tempo per ritornare
alla partenza, o in alternativa si decide che le pulsazioni cardiache
si abbassino sotto una certa soglia
Salita media: si effettua alla salita dellIstituto Massimo. Quindi
si tratta di circa 300-400 mt.
Altre salite adatte sono quella del Laurentino 38 fatta a zig/zag, viale
dellUmanesimo, Via dellEsperanto sul marciapiede.
Salita lunga: E la salita di Via della Grande Muraglia che arriva
al Torrino sud. In ripetuta non labbiamo mai fatta, ma ritengo
che sia particolarmente produttiva in una parte dellanno.
Corse Speciali: si tratta di una vera e propria attività di potenziamento.
Si effettuano in una serie le seguenti prove:
SKIP: si esegue simulando la corsa cercando di alzare il più
possibile il ginocchio (ad angolo retto). Si può eseguire sia
avanzando che sul posto, ma comunque il movimento deve essere abbastanza
rapido.
CORSA BALZATA: dalla posizione eretta, tenendo il ginocchio bloccato
(non piegato) saltare in modo consecutivo per 10 volte cercando di rimbalzare
il più in alto possibile, senza piegare la gamba.
CORSA CALCIATA: si segue simulando la corsa, cercando di portare il
tallone a toccare il gluteo. Si esegue in avanzamento e sul posto. Il
movimento deve essere il più rapido possibile.
Lo skip, la corsa calciata e la corsa balzata le eseguiremo per 30;
alla fine effettueremo un allungo con 60 secondi di recupero.
Interval training: si tratta di distanze ripetute o meglio variazioni
di ritmo con recupero incompleto. Ad esempio si fanno una serie di chilometri
con variazioni brevi 200/400 mt, a ritmo elevato, recuperando poi senza
mai fermarsi ad un ritmo più lento.
Interval training friburghese: come sopra solo che il recupero si fa
sino al momento in cui i battiti cardiaci sono tornati al di sotto di
una certa frequenza, ad esempio 120 battiti al minuto. Le variazioni
sono sempre di 200/400 mt. E consigliabile effettuare tale lavoro
su un percorso misurato.
Fartlek: corsa costante con variazioni prestabilite:
Fartlek breve: le variazioni sono di 1 minuto o poco più
Fartlek lungo: solitamente un chilometro forte ed un chilometro di recupero
Circuito: si tratta di un percorso misto, pianeggiante magari nel primo
periodo dellanno, salite e discese magari nella seconda parte
dellanno, di media lunghezza, (circa 2 km) da ripetere più
di una volta, la cui andatura è differenziata. per esempio:
SLOW 550 al km
FAST 5 al km
HARD 440 al km
MEDIUM 510 al km Da utilizzare come prova per valutare lo
stato fisico.
Ovviamente queste andature sono solo indicative in quanto fanno riferimento
alla propria soglia aerobica. Certamente è interessante e buono
trovare i giusti circuiti.
Per ciò che riguarda i ritmi, gli esempi presi da internet, le
tabelle consultate sono quelle che hanno come obiettivo quello di una
andatura di 535/540 sulla maratona, con obiettivo
finale di circa 4h. Tutti i ritmi e le ripetute e quantaltro sono
costruite in base a questo ritmo.
A titolo di esempio, una tabella di conversione dalla quale è
possibile costruire tutti i ritmi può essere quella riportata
di seguito. Ognuno di noi, conoscendo i suoi punti di forza e i suoi
tempi, può partire dal ritmo maratona del lunghissimo e ricavarsi
tutti gli altri.
Il lunghissimo classico
|
Il lunghissimo ritmo maratona
|
Il lunghissimo progressivo
|
Il lunghissimo variazioni di ritmo
|
Il ritmo mezza maratona
|
Il medio
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600/610
|
535/540
|
540/550
|
515/520/530
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500/505
|
445/450
|
Il ritmo gare brevi (soglia anaerobica)
|
Il corto veloce
|
Il cortissimo (distanze >500 <1000
mt)
|
Il cortissimo (distanze <500 mt)
|
|
|
440
|
415/420
|
400/410
|
350/400
|
|
|
5. Tabelle di allenamento
Primo periodo
29/8/2007
|
1/9/2007
|
2/9/2007
|
5/9/2007
|
8/9/2007
|
9/9/2007
|
Stretching
35 corsa semplice
4 serie corse speciali a SS Pietro e Paolo
|
1h corsa di scarico
|
1h 30 di saliscendi
|
Stretching
30 corsa semplice
10 salite brevi
Al laghetto
300 di recupero
Defaticamento finale
|
1h 5 di scarico
_ maratona
|
|
12/9/2007
|
15/9/2007
|
16/9/2007
|
19/9/2007
|
22/9/2007
|
23/9/2007
|
Stretching
Fartlek corto
10 riscaldamento 1 minuto dandatura (450)
e 5 a ritmo di 540
|
1h 10 di scarico
o
Gara sulle orme di Abebe Bikila
|
18 km
o
scarico per la gara del giorno prima
|
Medio a SS Pietro e Paolo 5 km.
|
1h 20 di scarico
|
18 km andatura 540
|
26/9/2007
|
29/9/2007
|
30/9/2007
|
3/10/2007
|
6/10/2007
|
7/10/2007
|
Ripetute a Elsa Morante
6 x 800 mt
|
1h 20 di scarico
|
16 km andatura media 535 saliscendi
|
Circuito al laghetto 5 giri
|
1h 20 di scarico
|
19 km andatura 540
|
10/10/2007
|
13/10/2007
|
14/10/2007
|
17/10/2007
|
20/10/2007
|
21/10/2007
|
Stretching
25 corsa semplice
8 salite medie
Al Massimo
300 di recupero
Defaticamento finale
|
1h 20 di scarico
|
20 km andatura 540 saliscendi
|
Fartlek lungo
15 minuti di riscaldamento
1 km forte e 1 km recupero
1h15 totale
|
1h 20 di scarico
|
18 km andatura 535
|
24/10/2007
|
27/10/2007
|
28/10/2007
|
31/10/2007
|
03/11/2007
|
04/11/2007
|
Medio a SS Pietro e Paolo 6 km.
|
1 h 20 di scarico
|
20 km andatura 530 saliscendi
|
Interval training a P.zza elsa Morante 400 mt
+ 400 mt totale 9 giri (km 7200)
|
1h 20 di scarico
|
22 km
|
Secondo periodo
7/11/2007
|
10/11/2007
|
11/11/2007
|
14/11/2007
|
17/11/2007
|
18/11/2007
|
8 x 500 in 225 recupero 500 mt in 300
|
12 km a 540
|
18 km a 540
|
Circuito
2 km a 600 1 km a 5401 km a 510
3 km a 540
1 km a 510
3 km a 540
1 km a 510
|
12 km a 540
|
20 km media 535
|
21/11/2007
|
24/11/2007
|
25/11/2007
|
25/11/2007
|
1/12/2007
|
2/12/2007
|
Medio a SS Pietro e Paolo 7 km.
|
1h 30 scarico
|
20 Km a Castel Gandolfo
|
4 x 1 km a 510
Rec 500mt 300 Rec 1Km a 535 1 x 2 km
in 1025
|
1h 30 scarico
|
22 km a 540
|
5/12/2007
|
8/12/2007
|
9/12/2007
|
12/12/2007
|
15/12/2007
|
16/12/2007
|
1km a 535 6 x 1 a 510
rec500 in 3 rec. 1km a 535
|
1h 30 scarico
|
4 km a 540 12 km a 525
|
Percorso Sali/scendi allEur/Torrino. Dopo riscaldamento
andatura 540
|
14 km di scarico
|
24 km a 540
|
19/12/2007
|
22/12/2007
|
23/12/2007
|
26/11/2007
|
29/12/2007
|
30/12/2007
|
Medio a SS Pietro e Paolo 7 km.
|
14 km di scarico
|
4 km a 540 12 km a 520
|
|
15 km di scarico
|
26 km a 540
|
Terzo periodo
2/1/2008
|
5/1/2008
|
6/1/2008
|
9/1/2008
|
12/1/2008
|
13/1/2008
|
2 km a 600 6 km a 540
1 km a 530 1 km a 520
|
11 km a 540 4 km a 525
|
Mezza maratona. Corsa a sensazione per verifica
stato dallenamento
|
4 Salite lunghe Via della Grande Muraglia, recupero
la sola discesa
|
11 km a 540 4 km a 525
|
30 km a 540
|
16/1/2008
|
19/1/2008
|
20/1/2008
|
23/1/2008
|
26/1/2008
|
27/1/2008
|
Medio a SS Pietro e Paolo 8 km.
|
16 km di scarico
|
25 km senza tempo
|
Circuito
2 km a 600
1 km a 540
1 km a 520
3 km a 540
1 km a 520
3 km a 540
1 km a 510
|
16 km di scarico
|
4 km a 540 12 km a 530 4
km a 540 12 km 520
|
30/1/2008
|
2/2/2008
|
3/2/2008
|
6/2/2008
|
9/2/2008
|
10/2/2008
|
1 km a 600 1 km a 535
3x2 a 1030 rec.1x2km a 1110
|
16 km di scarico
|
26 km senza tempo
|
16 km percorso pianeggiante per lEUR
|
15 km di scarico
|
4 km a 540 14 km a 530 4
km a 540 14 km 520
|
13/2/2008
|
16/2/2008
|
17/2/2008
|
20/2/2008
|
23/2/2008
|
24/2/2008
|
13 km di scarico
|
15 km di scarico
|
21 km in scioltezza
|
Medio a SS Pietro e Paolo 9 km.
|
Scioltezza in palestra
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Roma Ostia
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27/2/2008
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1/3/2008
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2/3/2008
|
5/3/2008
|
8/3/2008
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9/3/2008
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15 km saliscendi su percorso chilometrato
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Test di Yasso alle Tre Fontane
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5 km a 540 10 km a 525
|
1 km a 600 2x3km a 1600 rec.
1 x 1km in 535 1 x 1 km a 520
|
15 km di scarico
|
4 km a 540 16 km a 535
|
12/3/2008
|
15/3/2008
|
16/3/2008
|
19/3/2008
|
22/3/2008
|
23/3/2008
|
13 km di scarico
|
Scioltezza in palestra
|
Maratona di Roma
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50 di scarico
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1h di scarico
|
18 km di scarico
|
Periodo Post maratona
Le caselle sono manifestamente vuote, perché potranno essere
riempite in base ad eventuali obiettivi e programmi che potremo darci
prossimamente. Dopo il primo di giugno libertà per tutti.
26/3/2008
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29/3/2008
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30/3/2008
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2/4/2008
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5/4/2008
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6/4/2008
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9/4/2008
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12/4/2008
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13/4/2008
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16/4/2008
|
19/4/2008
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20/4/2008
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23/4/2008
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26/4/2008
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27/4/2008
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30/4/2008
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3/5/2008
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4/5/2008
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7/5/2008
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10/5/2008
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11/5/2008
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14/5/2008
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17/5/2008
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18/5/2008
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21/5/2008
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24/5/2008
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25/5/2008
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28/5/2008
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31/5/2008
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1/6/2008
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6. La Palestra
Alcuni sacri testi (ma ci vuole poco a comprenderlo) confermano che
per fare un piccolo salto di qualità non basta solo correre qualche
chilometro in più rispetto alle proprie abitudini., ma che occorre
curare anche il tono muscolare generale, lefficienza della muscolatura
posturale (i gruppi muscolari intorno al ns. baricentro), e la meccanica
della corsa, in modo da metabolizzare unazione che sia la più
economica possibile a qualunque velocità. Tutto questo senza
dimenticare una tecnica di respirazione che riveste a sua volta una
particolare importanza nellambito della prestazione. Io, ma anche
qualcuno di noi ha sempre affermato che la corsa è la parte bella,
ma a volte ci si accorge di essere globalmente un po legati. Carenze
delasticità, carenze dallungamento della muscolatura,
carenze di tono muscolare, ecc.
Entrando nello specifico, cinque punti fondamentali sono i pilastri
di questallenamento
- Mobilità articolare e stretching (5/10 minuti da eseguire
dopo il riscaldamento di corsa.
- Rafforzamento della muscolatura posturale e delle braccia
- Potenziamento con sovraccarichi
- Reattività neuromuscolare
- Tecnica respiratoria
Una seduta tipo
15/20 di corsa lenta di riscaldamento
5/10 di stretching dei muscoli delle gambe
10 di potenziamento della muscolatura posturale
1. 20 addominali retti
2. 20 dorsali
3. 15 flessioni sulle braccia
4. 20 addominali obliqui
5. 20 esercizi per glutei
6. 15 flessioni sulle braccia
(fra un esercizio e laltro 1 di recupero
Potenziamento con pesi (10kg) 3-4 serie di semisquat (15/20 ripetizioni)
Recupero 4 tra una serie e laltra
Esercizi di tecnica respiratoria (6 ripetute):
4 secondi di profonda inspirazione
16 secondi di apnea
8 secondi di grande espirazione
Fra un esercizio e laltro 30 secondi di pausa
Reattività neuromusolare Nelle pause di recupero fra una serie
semisquat e laltra, skip balzi veloci, saltelli, calciata ed andature
varie con una successiva accelerazione di circa 15/20 metri.
Questo allenamento può essere progressivo, ovvero per alcuni
puo essere poco allenante e quindi va integrato nella quantità
degli esercizi.
7. Tattica di gara in maratona
Siamo più abituati a sentire il termine tattica riferito a sport
diversi dal nostro, come ad esempio calcio o ciclismo. Per tattica della
corsa di maratona intendiamo la pianificazione della condotta di gara.
Via via che si avvicina il momento della partenza, nasce sempre di più
l'esigenza di sapere come stabilire un piano, una strategia da seguire,
rispettare durante i 42,195. Fino a quel momento tutti vi sarete sottoposti
ad un periodo di allenamento, quindi vorrete cercare di ottenere il
miglior risultato possibile ottimizzando anche la condotta di gara.
Sbagliare tattica di gara potrebbe essere una delle cause che vi fa
giungere all'arrivo con troppa fatica. Ormai è risaputo, voglio
evitare questa situazione!! Prima di addentrarci ad analizzare i vari
particolari indicherò alcuni punti fondamentali ai quali tutti
dovranno riferirsi prima di prendere il via.
-
E' necessario arrivare alla gara con un'idea precisa
della media al km da tenere e del tempo finale che dovrà
essere realizzato.
-
E' necessario conoscere la natura del percorso,
sapere se ci sono e dove sono: salite o discese, curve strette ,
tratti sconnessi, fondo stradale particolare (pavé, lastroni).
Il podista attento e previdente, quando è possibile, dovrebbe
eseguire un piccolo sopralluogo dei tratti più difficili del
tracciato il giorno precedente. La razionalizzazione dell'andatura consentirà
di distribuire, in modo ottimale, le energie. La conoscenza delle caratteristiche
del percorso permetterà invece di correre su traiettorie meno
dannose possibile per i piedi ed i tendini. Anche se la parola tattica
potrà risultare antisonante ed eccessiva, specialmente rivolgendomi
ad una popolazione di podisti amatori, credo che sia necessario dare
precise indicazioni affinché tutti possano arrivare alla partenza
con una impostazione della gara ben chiara nella mente. Saranno, poi,
le molteplici componenti positive e negative che intervengono in una
gara lunga come la maratona a decretare il risultato finale.
Iniziamo con prendere in considerazione alcuni elementi prettamente
tattici. L'obiettivo è quello di correre gli effettivi 42.195
metri e non di più, oltre a quello di evitare di lanciarsi in
azioni dispendiose che spesso , specialmente l'amatore, paga con finali
di gara molto faticosi. La partenza. Soprattutto nelle maratone molto
affollate, partire troppo forte significa compromettere la gara. Quasi
sempre la maggior velocità dei primi km viene pagata con eccessivi
rallentamenti nella parte finale. Lo zig-zagare nervoso e veloce fra
i concorrenti, fa compiere metri in più, che poi andranno a gravare
sulla prestazione cronometrica. Il consiglio è quindi di rimanere
calmi, portarsi ai lati della strada, dove in genere c'è meno
affollamento, oppure risalire piano piano il gruppo facendo meno movimenti
trasversali possibile e soprattutto, senza effettuare repentine accelerazioni.
Dopo uno, due, massimo tre km avrete superato la folla e vi troverete
la carreggiata in condizioni di corribilità. A questo punto dovrete
guardare avanti ed individuare una traiettoria che, dove c'è
la linea tracciata in terra, sarà rapidamente intrapresa, ma
che invece dovrete disegnare da soli, quando, come nella maggioranza
dei casi, la linea non c'è. I tratti rettilinei è preferibile
correrli al centro della strada cominciando però, con gradualità,
ad avvicinarsi verso la parte interna della curva per affrontarla correndo
a circa un metro dal marciapiede. In pratica, ed in parole ancora più
semplici, dovrete cercare di addirizzare le curve. Quanto detto sopra
dovrebbe rispettare il criterio con il quale è stata misurata
la maratona, quindi vi atterrete al regolamento e correrete in modo
fluido.
Il sorpasso. Quando è possibile è bene effettuarlo
nei tratti diritti. Così facendo non rischierete di disturbare
i vostri compagni di corsa, né di compiere metri in più.
Invece, quando il sorpasso viene fatto in curva dovrebbe essere fatto
all'interno. Il sorpassato dovrebbe spostarsi leggermente all' esterno
della curva per consentire al sorpassante di passare all'interno. Può
accadere che il sorpassato non si accorga dell'arrivo del sorpassante,
allora è preferibile rallentare leggermente il ritmo ed aspettare
la fine della curva per effettuare in tranquillità il sorpasso.
Un'azione di sorpasso forzata, troppo vicina al marciapiede, sarebbe
rischiosa per entrambi, ma soprattutto per il sorpassante che potrebbe
rischiare di andare contro il marciapiede. Spesso mi capita di vedere
podisti che saltano i marciapiedi pur di superare un gruppetto di podisti
o di risparmiare qualche metro. Oltre ad essere scorretto, perché
si accorcia, anche se di poco, il tragitto della maratona, c'è
il rischio di inciampare o di prendere qualche distorsione. Anni fa
un atleta che allenavo aveva questo vizio, mi arrabbiavo molto anche
quando in allenamento si comportava nello stesso modo. Smise di saltare
i marciapiedi il giorno che si procurò una contrattura al polpaccio.
E' sbagliato strappare. Mi spiego meglio: se durante la maratona
individuate un podista o un gruppo di podisti che valutate di poter
riprendere, lo dovrete fare con calma, senza fare allunghi (strappi)
che obblighino a repentini cambi di velocità. E' preferibile
attendere ed agganciare un po' più tardi i vostri compagni di
corsa aumentando leggerissimamente la frequenza dei passi invece che
allungare la falcata gettando al vento un sacco di preziosa energia
e soprattutto di forza. Regola fondamentale: una volta agguantato quello
o quelli che erano davanti dovreste correrci un po' insieme, studiarli,
vedere il loro stato di affaticamento e poi, se le forze lo consentono,
sempre con pazienza, senza strappare, andarvene verso l'arrivo.
Il rifornimento. Anche questo è un momento molto importante
e particolare nella maratona. Appena intravedete le segnalazioni che
indicano il rifornimento, è consigliabile spostarsi da quella
parte. Chi ci riesce dovrebbe: rallentare senza fermarsi, afferrare
la bottiglietta o il bicchiere, proseguire per qualche metro e poi sorseggiare
l'acqua o la bevanda. A chi invece, e sono molti, non riesce prendere
il rifornimento in corsa, consiglio di eseguire la più breve
sosta possibile, giusto il tempo per prendere quello che serve, togliersi
subito dall'assembramento di persone ed andare a consumare più
avanti, in un tratto di strada meno affollato. Purtroppo sono diversi
coloro che affermano di avere avuto dei problemi muscolari dopo essersi
fermati al rifornimento. Così come è necessario strare
attenti a non urtare o inciampare accidentalmente con compagni di corsa
in fase di avvicinamento al tavolo del ristoro.
Lo spugnaggio. Se avvertite la necessità di bagnarvi, a meno
che non sia caldissimo, come succede in estate, prendete la spugna,
anche in questo caso, senza fermarvi, strizzatela e poi asciugatevi
o bagnatevi. Se non è strettamente necessario evitate movimenti
bruschi per prendere la spugna perché anche questi, oltre a costituire
un minimo consumo di energia, potrebbero essere causa di infortuni,
magari fastidiosi.
L'impostazione del ritmo gara. E' questo un argomento molto discusso.
Ci sono varie fonti di pensiero :
-
Partire un po' più forte e subire il rallentamento
inevitabile nella parte finale stringendo i denti.
-
Partire un po' più piano ed aumentare nella
parte finale.
-
Tenere lo stesso ritmo dall'inizio alla fine.
La prima ipotesi credo sia da evitare nel modo più
assoluto. Dopo 28 anni che faccio questo lavoro prevalentemente
con gli amatori, di racconti ne ho sentiti tanti, ma coloro che hanno
usato questo sistema hanno finito la gara senza fare il primato personale
e arrivando in brutte condizioni fisiche, o non hanno finito la gara.
Non mi sono mai permesso di consigliarlo a nessuno, quindi invito anche
voi ad evitare di usare questo tipo di impostazione tattica.
La seconda ipotesi mi piace, già, di più. La ritengo
utile quando il finale di gara è impegnativo nel senso che il
percorso è vario, misto, ci sono saliscendi. Avere energie da
spendere e soprattutto muscoli relativamente poco affaticati potrà
rivelarsi molto utile durante gli ultimi km. Questo tipo di impostazione,
poco adatta ai principianti, dei quali mi occuperò più
avanti, dovrà essere ben allenata inserendo nella parte finale
dei lunghissimi o dei medi a ritmo maratona, tratti di corsa a velocità
più sostenuta e addirittura, per chi ha la possibilità,
e quindi vive lontano dalla pianura padana, con dei saliscendi. Se il
percorso piatto può presentarsi un problema, l'atleta può
non riuscire ad essere più veloce nelle seconda parte della gara.
Questa tattica, deve essere ben studiata in allenamento per mettere
in condizione l'organismo di essere in grado di sopportare tale tipo
di distribuzione dello sforzo. Potrà essere usato contro avversari
che hanno l'abitudine di partire forte. Capita a tutti di dover effettuare
delle sfide, anche semplicemente fra amici. Ebbene, quando dopo un attento
studio dell'avversario, avete stabilito che ha come caratteristica quella
di partire forte e poi rallentare, allora potrete rischiare nella prima
parte della gara lasciandolo allungare per poi sferrare l'attacco decisivo
durante gli ultimi km, raggiungerlo e stracciarlo. Sicuramente vi sarete
accorti che il sorpassato tende a cedere anche psicologicamente. Questa
tattica potrà esservi utile anche se vi accorgerete di essere
controllati. Se vi sentite sicuri di correre forte nella parte finale,
potrete rompere il ritmo del vostro avversario correndo ad andatura
più lenta, anche se non di molto, del previsto, per aumentare
nel finale. Tale tattica può essere utile anche in caso di maratona
corsa a climi caldi. Un andatura più lenta all'inizio vi consentirà
di avere una maggior quantità di energie nella parte finale della
gara. Se è caldo, difficilmente otterrete il vostro primato personale,
ma sicuramente acciufferete dei concorrenti durante gli ultimi km.
La terza ipotesi è quella che preferisco. Arrivare alla maratona
ben allenati, impostare un ritmo e cercare di tenerlo fino alla fine.
Fino ad oggi con questo sistema i maratoneti che ho seguito, quando
non sono subentrati problemi imprevedibili, hanno sempre ottenuto buoni
risultati. Questa tattica si rivela ottima per chi va alla ricerca del
miglioramento delle prestazioni. Uno degli atleti più forti che
ho allenato ha anche vinto qualche maratona, interpretandola come sopra
ho descritto. Studiavamo il ritmo i giorni precedenti, poi, dopo la
partenza, tipo orologio, si metteva lì e andava, atleti del suo
livello venivano sconfitti, quelli più forti lo battevano.
8. Il miglior passo per correre la maratona
Tutti noi corriamo perché ci piace, ci divertiamo altrimenti
chi ce lo farebbe fare? Il divertimento, deve essere il requisito fondamentale
che anima lo spirito podistico di noi amatori. Spesso però chi
corre è assalito da un dubbio atroce: quale sarà
il mio ritmo giusto? Sto andando troppo forte? O forse sono troppo lento?
Prima tutto cerchiamo di sdrammatizzare questa storia del ritmo. Il
ritmo per correre sia gli allenamenti, sia quello per correre la maratona
è di estrema soggettività. La matematica indubbiamente
ci può aiutare, ma in questo mondo non dà nessuna certezza.
Per questo motivo nelle righe seguenti vi darò alcune indicazioni
su come regolarvi quando uscirete a correre per allenarvi a correre
la maratona.
Prima di entrare nel vivo della questione voglio ricordarvi di imparare
ad ascoltare il ritmo della vostra respirazione. Vi darò indicazioni
su come impostare gli allenamenti principali, ma se per cercare di stare
ai ritmi che vi indicherò dovrete andare troppo in affanno, significa
o che qualcosa non va o che state andando troppo forte.
Per maggiori approfondimenti su questo argomento vi invito a leggere
larticolo pubblicato sul numero di novembre 2006 di Runner's World.
Quando si arriva nel periodo specifico di preparazione alla maratona
ovvero le ultime 12-16 settimane lattenzione dovrà essere
concentrata su questi tipi di allenamento perché in pratica saranno
quelli che vi faranno allenare al ritmo da tenere durante la maratona:
1) Il lunghissimo-classico; 2 ) Il lunghissimo-ritmo maratona, 3) Il
lunghissimo-progressivo 4) il lunghissimo con variazioni di ritmo 5)
il ritmo mezza maratona, 6) il ritmo gare breve di 12-14 km che corrisponde
con buona approssimazione alla velocità anaerobica.
Luso dei diversi mezzi nellambito del programma di allenamento
varia in base allesperienza podistica dellatleta, alle sue
caratteristiche individuali, al suo livello, alla sensibilità
nel gestire i vari ritmi di allenamento, allattitudine e/o allallenamento
psicologico a stare tante ore impegnato a correre.
Va bene è giunto il momento di lasciare perdere i preliminari
per mettersi ad entrare nel vivo del problema. Analizzerò quindi
in vari mezzi di allenamento e vi darò indicazioni sul loro uso.
1) Il lunghissimo classico. Allenamento principe
per chi corre la maratona. La velocità di percorrenza alcuni
autori soprattutto americani dicono che dovrebbe essere corso ad una
velocità di circa 30- 40 al km più lento rispetto
alla velocità di maratona. Personalmente ritengo il lunghissimo-
classico lallenamento principe per la preparazione della maratona
soprattutto per chi la corre per la prima volta e ritengo debba essere
corso al velocità un po più elevata rispetto alle
indicazione dei colleghi di oltreoceano. Secondo la mia esperienza il
gap fra il lunghissimo ed il ritmo maratona dovrà
essere di non oltre i 10"- 25.
Più l atleta è di basso livello più vicina
al suo ritmo maratona dovrà essere la velocità di percorrenza
del lunghissimo. Viceversa un atleta più forte potrà correre,
anche se non sempre, il lunghissimo alla velocità sopraindicata.
Correre a velocità eccessivamente lente può provocare
una variazione nellassetto biomeccanico della corsa e potrà
essere causa di infortuni. Facciamo un esempio: chi dovrà correre
la maratona a 415 al km potrà correre a 430-
440, chi invece dovrà correre la maratona a 600
al km potrà correre il lunghissimo a 610- 615.
Se corresse a 640 al km landatura sarebbe eccessivamente
lenta. Si presuppone infatti che più i podisti sono di alto livello
maggiore è la loro sensibilità a gestire in modo ottimale
lassetto durante la corsa alle varie velocità. Un fautore
del lunghissimo-classico era Bill Rodgers mitico vincitore di 4 edizioni
della maratona di Boston. Bill gareggiava molto spesso la domenica e
così il lunedì si faceva sempre un bel numero di km.
2) Il lunghissimo-allegro. E il metodo che preferisco.
In questi ultimi anni mi ha dato ottimi risultati perché ha il
vantaggio di creare ottimi adattamenti nellorganismo necessari
per completare nel migliore dei modi i 42.195metri della maratona. In
questi anni ho osservato che interpretare i lunghissimo correndo solo
lentamente non serve e può essere causa di infortuni. Ecco che
allora ho pensato a questo sistema, non facile soprattutto allinizio,
ma estremamente efficace una volta imparato. Si tratta in pratica di
alternare tratti corsi a ritmo di lunghissimo classico a tratti corsi
a ritmo maratona. Con questo sistema si affinano anche tutte le percezioni
dellappoggio, del ritmo cardiaco, del ritmo respiratorio Facciamo
un esempio: a) ritmo maratona 500: 10 km a 515
10 km a 500 5 km a 515 5 km a 500.
E applicabile per atleti con un ritmo maratona fino alle 4
15-430 purché non siano allesordio. Mi vengono
in mente le parole di gioia di Simonetta di Torino quando mi ha telefonato
la termine dellultima maratona di Chicago. Simonetta ha tenuto
a farmi notare che oltre ad aver ottenuto il personale sulla distanza
con 3:58 era riuscita a battere la sua amica più forte
di lei proprio in virtù di questa facilità nellessere
abile a cambiare facilmente ritmo tutte le volte che si è reso
necessario. Dovendo quantificare con delle percentuali il rapporto fra
quantità di km corsi a ritmo maratona rispetto a quelli corsi
a ritmo di lunghissimo classico il consiglio è quello di iniziare
con molta gradualità. Più si avvicina il giorno della
maratona più aumenta la quantità di km da correre a ritmo
maratona e diminuisce quelle da correre a ritmo di lunghissimo classico.
Si inizia con un 80% lunghissimo classico e 20% ritmo maratona per arrivare
al massimo ad un 30% di lunghissimo ed un 70% di lunghissimo classico.
3) Il lunghissimo-progressivo. Può essere usato da diversi
livelli di podisti purché non allesordio. Uso farlo praticare
sia a normali podisti sia ad atleti di buon livello. Ecco tre esempi:
a) Podista da 4:00 ore come ritmo maratona: 10 km a 550
20 km a 540 : b) Podista da 3:30 10 km a 515
18 km a 500 2 km 440 ; c) Podista da 3:00 ore
8 km a 430 18 km a 415 5 km a 400
1 km a 355.
Come si vede dagli esempio sono tre diverse interpretazioni del concetto
di progressivo che vanno interessare diverse richieste di velocità
in relazione alla tipologia ed allesigenze dellatleta.
4) Lunghissimo con variazioni di ritmo. Ritengo questo un mezzo
di allenamento adatto ad atleti di buon livello. Lallenamento
inizia a ritmo di lunghissimo dopo 5-8 km si posso inserire tratti variabile
da 1 a 3 km durante i quali si corre a velocità di una gara di
14 km o a velocità di una gara di mezza maratona. Il recupero
fra le prove le prime volte viene eseguito correndo lentamente per due
o tre minuti poi la tendenza è quella di arrivare a recuperare
a ritmo maratona. Lallenamento si conclude poi con alcuni km da
correre a ritmo maratona o del lunghissimo. Ribadisco che è un
allenamento consigliato a chi corre a meno di 415. Lo faccio
usare molto raramente ed atleti che ne abbiano una reale necessità
ed adeguata sensibilità per poterlo eseguire. Un allenamento
di questo tipo è sconsigliato eseguirlo ogni settimana. Ecco
tre esempi. Viene preso in considerazione un ritmo di 400 come
ritmo maratona: a) 15 km a 420 5 x 1 km a 340 recupero
3 corsa lenta 8 km a 420; b) 10 km a 420
5x 1 km a 345- 350 rec. 1x 1 km a 400
10 km a 420 c) 10 km a 420 3 x 2 km a 735-
740 rec. 1x 1 km a 400 6 km a 420
6 km a 400. I tipi di allenamenti a,b,c potranno essere
eseguiti anche su percorsi con leggeri saliscendi soprattutto in previsione
di maratone che prevedono questi tipo di tracciati. Consiglio inoltre
se possibile di eseguire lultima parte dei i tipi di allenamento
1,2,3,4 su terreni accidentati ( lastre sampietrini, sassi) per creare
quegli adattamenti propriocettivi alle variazioni di appoggio che possono
essere presenti in alcune maratone ed essere una delle cause dei crampi
di fine gara. Se non avete la possibilità di terminare il vostro
allenamento su terreno accidentato procuratevi un tavoletta da ginnastica
propriocettiva da usare prevalentemente al termie dei lunghissimi. Al
limite fatevi qualche rampa di scale di corsa o mettetevi a salire e
scendere da una sedia. Per correre la maratona i muscoli della gambe
e dei piedi non devono essere solo resistenti, ma anche forti.
5) Il ritmo mezza maratona. Il ritmo della mezza maratona ed
anche un po più lento rappresenta il ritmo al quale durante
il periodo di preparazione specifica della maratona faccio eseguire
la parte veloce della prova ripetuta al ritmo dellultima mezza
o a seconda dei casi un po più lento. Il vero potere allenante
è però quello del recupero che allinizio viene corso
al ritmo del lunghissimo classico e poi al ritmo maratona. Ecco lesempio
a) maratona in 330 ritmo sulla mezza sarà di 440-
445 quindi ecco lesempio 5x 1 km a 440-
445 rec 1x 1 km 515. Un podista più allenato
a correre la maratona potrà correre 5x 1 km 440-445
rec. 1x 1 km a 500. Con questo sistema potrete arrivare
a correre un chilometraggio totale più elevato rispetto a quello
indicato nellesempio a). Esempio b) 3x 3 km in 1415
recupero 1x 1km a 500. Il ritmo della mezza maratona secondo
la mia esperienza è il più affidabile per stabilire con
buona approssimazione il ritmo da tenere durante la maratona.
6) Il ritmo gara breve o soglia anaerobica. Durante il periodo
di preparazione specifica della maratona faccio eseguire mediamente
una volta al mese delle gare brevi definite in alcune regioni tapasciate.
Le brevi servono a richiamare lo sviluppo della potenza
aerobica ed a interrompere la monotonia degli allenamenti mirati ad
ottimizzare il ritmo maratona. Può nascere però lesigenza,
talvolta, di far eseguire 5-7 km di prove ripetute al ritmo delle gara
breve con recupero 2-3 di corsa lenta. Maratoneta da 330
Esempio 5x 1 km a 435- 430 rec. 30 corsa lenta.
Previsione del ritmo maratona. Il sistema che ritengo più valido
e che quindi sto usando da molti anni è quello che si basa sulla
media al km ottenuto sulla mezza maratona. Una mezza non è necessario
correrla in gara può essere corsa anche da soli basta un percorso
misurato ed un cronometro. Oggi con i satellitari non si sono davvero
più problemi. Una volta eseguita la prova sulla mezza in relazione
al vostro livello di allenamento potrete stabilire osservando le indicazioni
che sto per darvi il vostro ritmo maratona. Tengo a chiarire che potreste
anche non rientrare nel caso che sto per citare. Lo schema che segue
è di Arcelli- Massini 2003
-Principiante. E pensabile che possa impiegare 25-30 al
km rispetto al ritmo della mezza. Se corre a 500 la mezza
potrà concludere la maratona in 3:4834- 35204.
Queste indicazioni sono riferite a persone che hanno poca dimestichezza
con la corsa.
-Amatori allesordio. Loro hanno più esperienza di corsa,
sono più allenati. Per loro il gap è più
breve ed è quantificabile in 20-25. Chi corre la mezza
a 500 dovrebbe correre maratona in 3:45 04-
3:4834
-Podisti che hanno corso altre maratone. Per loro il gap
diminuisce ulteriormente ed arriva a 15-20 al km. Chi corre la
mezza a 500 potrà correre la maratona a 515-
520 ovvero fra 341 31 e 3:4534.
- Podisti molto ben allenati in pratica gli atleti. Il loro gap
per loro potrà essere ulteriormente più stretto arrivando
ad una differenza fra la media al km della mezza e quella della maratona
di 10-15
Vi consiglio di concentravi su quale intensità respiratoria corrisponde
il ritmo maratona. Vedrete durante la maratona vi sarà di aiuto
perché non dovrete stare sempre il a controllare il cronometro.
Il vostro pace maker sarà il vostro respiro.
9. Il muro del trentesimo chilometro
Ogni maratona nazionale di un certo spessore per me rappresenta un incubo.
Il lunedì dopo la maratona di Roma 2006, mi sono arrivate molte
mail di maratoneti che hanno incontrato il muro e altre stanno arrivando...
C'è chi scrive sinteticamente un "Ma perché sono
crollato?" e chi mi riversa addosso una marea di dati ingestibili.
Prima di affrontare l'argomento dal punto di vista tecnico, preferirei,
come è mio stile, interpretare la situazione dal punto di vista
psicologico.
È innegabile che chi non comprende il motivo del crollo ha affrontato
la maratona troppo allegramente, senza conoscere (o presumendo di conoscere
senza averli studiati, il che è peggio) i meccanismi della corsa
di Filippide. Quindi considerate il muro come una giusta lezione di
vita: chi non capisce, in prima persona, cosa sta facendo, inevitabilmente
avrà dei problemi.
Il muro è lo spauracchio di tutti i maratoneti, il crollo
improvviso che si manifesta dal trentesimo al trentacinquesimo chilometro;
attribuito all'esaurimento delle scorte organiche di carboidrati, esso
è dovuto sostanzialmente a due fattori:
1. eccessiva velocità di gara nella prima parte;
2. scarso allenamento.
Il primo punto è percentualmente più probabile negli atleti
che corrono la maratona sotto le 3h30', mentre il secondo è più
frequente in coloro che corrono la gara sopra le 3h30'. Purtroppo molti
runner assommano le due cause e finiscono murati in maniera veramente
drammatica.
L'eccessiva velocità di gara
Gli errori classici sono:
1. l'atleta non conosce il suo valore teorico;
2. l'atleta non conosce il suo valore pratico;
3. l'atleta vuole correre comunque secondo le sue ambizioni e
non secondo il suo valore.
Valore teorico - Prima di affrontare una maratona è necessario
conoscere il proprio valore
teorico desunto dai tempi su distanze inferiori, valore che può
servire come base di partenza per l'avventura (salvo poi aggiustamenti
anche notevoli). Senza una conoscenza del valore teorico, ogni programma
d'allenamento per la maratona rischia di essere puramente casuale, portando
a risultati casuali.
Valore pratico - Tutti sanno che il passaggio dalla mezza alla
maratona è molto più difficile di quello dai 10000 m alla
mezza perché intervengono fattori energetici che possono risultare
decisivi per la prestazione. Semplicemente, l'atleta non ha a disposizione
una quantità sufficiente di carboidrati per terminare la gara
e deve imparare a bruciare i grassi e le proteine per terminare la prova
senza crolli.
Come spiegato nell'articolo
La corsa: consumi energetici e carburanti, il carburante impiegato
in maratona dipende da:
a) la velocità a cui si corre;
b) il grado di allenamento;
c) le capacità di recupero.
Un atleta che corre un 10000 a ritmo gara spende quasi esclusivamente
carboidrati; se li corre a ritmo lento brucerà comunque anche
grassi. Allungando la distanza, il contributo dei grassi e delle proteine
diventa importante quanto più l'atleta è allenato e quanto
più possiede capacità di recupero. Quest'ultimo punto
è importante: chi si allena tre o quattro volte alla settimana
non corre praticamente mai in condizioni di deplezione di glicogeno,
cioè ha sempre carboidrati a disposizione e il suo fisico non
imparerà certo a usare i grassi e le proteine; analogamente chi
fa i lunghissimi troppo lenti impara a bruciare i grassi alla velocità
dei lunghissimi, ma poi quando correrà a ritmo maratona (nettamente
più veloce di quello dei lunghissimi) ritornerà a bruciare
i carboidrati.
A seconda della capacità di bruciare i grassi l'atleta ha due
strategie:
a) correre la maratona decisamente sopra il suo tempo teorico;
b) correre la maratona vicino al suo tempo teorico dopo aver ottimizzato
l'allenamento innalzando la frazione di grassi che brucia al ritmo maratona.
Esistono molti test per stabilire il valore pratico; alcuni di essi
sono inaffidabili, altri (come il test di Yasso) sono solo condizioni
necessarie, altri invece sono molto attendibili. Questi ultimi analizzano
soprattutto i risultati dell'atleta durante i lunghissimi di preparazione.
L'analisi dei lunghissimi è cioè il modo migliore di stabilire
il valore pratico dell'atleta. Purtroppo può essere fatta solo
da un allenatore o da un atleta sufficientemente evoluto ed è
poi legata alla reale comprensione del concetto di lunghissimo.
Una nota: sbagliare anche di soli 5"/km il valore pratico farà
sicuramente incontrare il muro. Nessun professionista parte 5"/km
più veloce di quanto valga.
Provate a chiedere a Tergat di tentare il mondiale
correndo la maratona in 2h02' (SOLO 4"/km in meno della sua miglior
prestazione) e, visto che è gentile, vi sorriderà come
un genitore al suo bambino che gli fa la domanda più ingenua
del mondo.
Ambizione - Di solito è proprio l'ambizione che fa incontrare
il muro. L'atleta diventa sordo alla realtà, vuole fare il suo
record, vuole scendere sotto le tre ore ecc. Si aggancia al pacemaker
e va... Va dove lo porta il cuore... finché non incontra il muro
frantumandocisi contro insieme ai propri sogni.
Da cosa è rivelata la propensione a dare un eccessivo peso all'ambizione
anziché al proprio reale valore?
Una prima metà più veloce della
seconda è spesso indice di sopravvalutazione da parte dell'atleta.
Non è affatto vero che "in maratona bisogna mettere fieno
in cascina perché poi si cala comunque". I professionisti
non calano affatto o calano di pochissimo (chi crolla confessa candidamente
di aver sbagliato tutto...), anzi ormai è usuale che la seconda
parte sia più veloce della prima.
Quindi se si incontra il muro per ambizione, ci si cosparga il capo
di cenere e si diventi più modesti: la prossima maratona sarà
molto più facile.
Lo scarso allenamento
Qui ovviamente il termine "scarso" può assumere mille
significati, sia qualitativi sia quantitativi. È importante però
cercare di evidenziare, in ordine di importanza, gli errori più
comuni.
1. Quantità - Quantità di km settimanali
inferiore a 60. Senza una buona quantità, la probabilità
del muro è molto alta.
2. Lunghissimi - Assenza di almeno tre lunghissimi di cui uno di circa
35-36 km nei due mesi prima della maratona. Senza di essi la probabilità
del muro è molto alta.
3. Peso dell'atleta - Se il soggetto è in sovrappeso atletico
(IMC superiore a 22), la probabilità del muro è molto
alta.
4. Velocità - Assenza di lunghissimi corsi in modo uniforme
e piuttosto svelto (al massimo a ritmo gara+10"; questo punto
è tanto più importante quanto più l'atleta è
lento). Senza velocità nei lunghissimi la probabilità
del muro è alta.
5. Ultimo lunghissimo - Di solito il più lungo, non oltre 18
gg. dalla gara. Se troppo in là, la probabilità del
muro è alta.
6. Scarico - Fondamentale l'ultima settimana. Con troppo scarico (riposo
più o meno assoluto) o poco scarico, la probabilità
del muro è significativa.
7. Predisposizione individuale - Se l'atleta non è un maratoneta,
deve fare in modo di diventarlo nel tempo, non continuare a picchiare
contro la maratona. Si veda il test di Yasso. Se il test non è
superato, la probabilità del muro è significativa.
Ogni punto è legato a errori classici:
1. Tipico di chi non ha tempo. È veramente ottimistico pensare
di allenarsi bene per una maratona correndo due volte alla settimana
per un totale di 30-40 km oppure correndo anche 5 volte alla settimana,
ma senza mai superare i 10-12 km.
2. Si pensa che basti arrivare a 28-30 km per "fare la distanza".
Errore tipico di chi non ha la mentalità del maratoneta (e
trova le energie mentali per correre per 3 o 4 ore solo in gara) o
di chi ha poco tempo.
3. Errore tipico di chi pensa di poter fare sport senza curare l'alimentazione.
Ognuno di noi ha una massima quantità di carboidrati immagazzinabile
nei muscoli e nel fegato (glicogeno). A parità di massa muscolare,
se si è più grassi si spende di più (si è
più pesanti) con la stessa quantità di benzina e la
propria autonomia finisce prima.
4. Errore tipico della vecchia scuola, è ancora sposato da
chi ha paura di eccedere in allenamento o non vuole spremersi oltre
misura. Se il soggetto non ha corso lunghissimi vicini al ritmo gara,
la sua maratona diventa del tutto imprevedibile perché non
si può sapere come reagirà alla distanza, abbassando
per un periodo di tempo sufficientemente lungo il ritmo della prova.
5. Molti atleti non avvezzi alla maratona pensano di non recuperare
un lunghissimo se corso troppo vicino alla gara e si concedono tre
o quattro settimane di tempo per recuperarlo. Se l'atleta non è
abituato a correre lunghissimi tutto l'anno, ma per esempio viene
dalle gare più brevi, le caratteristiche fisiologiche di resistenza
prolungata si deallenano velocemente e tre settimane riportano il
soggetto "indietro" nella preparazione.
6. Alcuni atleti eseguono una preparazione (per loro) troppo dura
e sentono il bisogno di recuperare completamente, altri vivono sempre
nell'incertezza che allenamenti troppo blandi facciano perdere loro
la forma, altri infine si abbuffano di carboidrati per farne il pieno,
non sapendo che oltre un certo limite il corpo non ne conserva, trasformando
il resto in grasso con evidente aumento di peso. L'ultima settimana
dovrebbe essere vissuta con molto equilibrio.
7. È forse il punto più difficile da comprendere per
molti runner che non accettano di non essere (ancora) predisposti
per la maratona. Chi da ragazzo ha praticato calcio, tennis, basket,
chi viene dal mondo della palestra ha negli anni sviluppato un fisico
più portato alla potenza che alla resistenza. È quindi
fuorviante il paragone con l'amico che da sedentario in un anno è
riuscito a correre con successo la maratona: ognuno ha caratteristiche
individuali che si possono modificare, ma la modifica richiede tempo.
Il test sopraindicato è pertanto fondamentale per capire la
propria predisposizione alla distanza.
12. Il test di Yasso
Il test di Yasso ha "ucciso" molti maratoneti. Per chi non
lo sapesse, è un test proposto qualche anno fa da Bart Yasso
(nella foto) e consiste nell'eseguire dieci volte 800 m con un recupero
di 400 m di corsa nello stesso tempo della prova (non superiore, altrimenti
si recupera troppo e il test non viene considerato valido). La media
degli 800 m (in minuti e secondi) letta in ore e minuti dà il
tempo che si può ottenere sulla maratona. Se si corre sopra i
330 ogni 800 mt si possono fare anche solo 8 ripetute.
Per esempio se si ottiene 2'42" di media sugli 800 m sulla maratona
si dovrebbe ottenere un tempo di 2h42'.
Il test è un interessante esempio di come il giocare con i numeri
possa fuorviarci dalla comprensione della realtà.
Infatti E. Coppola fa notare che il successo del test di Yasso si basa
su una strana coincidenza numerica: il tempo medio delle ripetute effettuate
sugli 800 espresso in minuti-secondi è lo stesso tempo, espresso
questa volta in ore-minuti, che si prevede che il podista impiegherà
sui 42 km. All'apparenza sembra, per l'appunto, una strana coincidenza.
Invece, da un punto di vista aritmetico, la cosa si spiega: passare
da minuti-secondi a ore-minuti, vuol dire moltiplicare la durata del
tempo medio di percorrenza degli 800 per 60. Passare da 800 metri a
42,195 metri vuol dire moltiplicare la distanza degli 800 metri per
52,74. Quindi a fronte di uno spazio da percorrere maggiore di 52,74
volte si prevede di impiegare un tempo 60 volte maggiore. Come dire
che si ritiene di tenere sulla maratona una velocità pari a quella
tenuta sugli 800 del test rallentata di circa l'11% (60/52,74).
Ciò che c'è di vero È ovvio che un allenamento
di 11,6 km è già un buon allenamento e che il valore medio
sul test dipenda dal valore dell'atleta: atleti più forti otterranno
tempi migliori di atleti più deboli. Banalmente si potrebbe far
correre all'atleta un 10000 e stimare dal tempo fatto il suo tempo in
maratona (per esempio moltiplicandolo per 4,7). Il valore predittivo
sarebbe lo stesso del test di Yasso.
L'errore di fondo È altresì ovvio che una prova
su 11,6 km non produce gli stessi stimoli metabolici ed energetici di
una maratona e quindi è ottimistico sperare che il valore sia
traslato sulla distanza più lunga. Il fatto che accada per molti
atleti non significa che valga per tutti: è questa la causa che
porta molti runner a sovrastimarsi. In particolare si consideri un runner
allenato sui 10000 m, ma senza allenamento specifico per la maratona.
È chiaro che interpreterà benissimo il test di Yasso,
ma se portato sulla maratona scoppierà, soprattutto se non ha
una sufficiente potenza lipidica (non sa bruciare i grassi). In altre
parole perché il test di Yasso sia attendibile occorre che l'atleta
sia allenato bene alla distanza, che cioè sia un maratoneta già
molto allenato.
Per chi ama la logica si può affermare che il test di Yasso è
una condizione necessaria, ma non sufficiente per fare un certo tempo
in maratona.
Se vi è chiaro cosa significa "necessaria, ma non sufficiente",
potete usarlo (per esempio 10 gg. prima della maratona), altrimenti
è meglio lasciar perdere; purtroppo fra gli amatori il problema
è proprio questo: sapere se si è ben preparati sulla maratona.
Un cane che si morde la coda che sconsiglia di usare il test di Yasso
per impostare il ritmo gara. Per i professionisti esistono altri metodi
più affidabili del test per sapere come correre la maratona
11. Conclusioni
Se non avessi preparato io questo programma e mi accingessi a fare un
commento globale post lettura, questo sarebbe sicuramente: Mi
iscriverò al circolo bocciofilo di Decima (anche perché
hanno costruito il bocciodromo nuovo), ma se ci fosse manderei
anche una quota alla federazione di curling.
Senza scomodare quindi i consigli dellamico/dottore Pino DAmico
(che dice sempre di cambiare sport), ritengo molto veri, almeno per
me che scrivo, i motivi per i quali si può incontrare il muro
del trentesimo chilometro (rispondo positivamente a quasi tutte le domande).
Ed allora cosa fare, non correre? Ricordando lallenamento di questanno
devo dire che solamente per un paio di settimane (o forse 3) ho superato
i 60 km nel corso di tre allenamenti settimanali. Penso sia stata comunque
in concomitanza dei lunghissimi superiori ai 30 Km domenicali.
I problemi che abbiamo per allenarci con assiduità, costanza
ed anche un pizzico di divertimento sono molti, e ne siamo consapevoli.
Noi ce la mettiamo tutta affinché gli allenamenti siano allenanti,
facciamo salti mortali per ritagliarci gli spazi necessari, ma dietro
langolo i motivi o gli inciampi a causa dei quali potremmo saltare
un allenamento sono così tanti, che il solo elenco fa impallidire.
La maggior parte tutti estranei alla nostra volontà.
In base allesperienza di questi anni (e questo è il settimo),
che si vive anche di sfide, calcolate e misurate ma pur sempre sfide
con un margine di imprevedibilità. Ritengo sia questo il sapore
dei nostri allenamenti.
Mi scuso sin da ora se troverete qualche errore, ma errare
è umano.
A questo punto non mi rimane che dare a tutti un grande in
bocca al lupo e buon divertimento.
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