Nel dopoguerra il Villaggio operaio venne utilizzato per acquartierarvi
le truppe degli Alleati anglo-americani.
Successivamente, a partire dal 46, dapprima timidamente ed in
maniera abusiva, poi sempre più alla luce del sole, incominceranno
ad insediarvisi alcune famiglie di esuli dalmati e quindi fiumani ed
istriani: per gli esuli anche le strutture inizialmente destinate agli
operai sembravano un netto miglioramento rispetto ai vari campi profughi
allestiti dallo stato italiano in ex conventi, in forti borbonici, ex
carceri ed addirittura nellunico lager con forno crematorio operante
in Italia, la tristemente famosa Risiera di San Sabba a Trieste.
Intervenne poi lOpera Nazionale Assistenza Profughi ed alcuni
mecenati privati come lindustriale dellacciaio lIng.
Oscar Sinigaglia, che a sue spese edificò la Casa della Bambina
per le orfane giuliano-dalmate, (oggi il centro anziani di Via Laurentina),
e che permisero la ristrutturazione dei padiglioni così da accogliervi
il flusso degli esuli giuliani dalmati che diventava sempre più
massiccio. L8 dicembre del 1949 in un ex magazzino del Villaggio
operaio, nellattuale Piazza Giuliani e Dalmati, venne inaugurata
la chiesetta intitolata significativamente a S. Marco che verrà
poi costituita in Parrocchia nel marzo 1950 col nome di San Marco
Evangelista in Agro Laurentino. Cosicché quando il Villaggio
Giuliano-Dalmata venne inaugurato dal Presidente della Repubblica, On.
Giovanni Gronchi, il 24 maggio del 1956, non si trattava che di un atto
ufficiale che sanciva un insediamento ormai quasi decennale che era
arrivato ad accogliere circa 2.000 esuli.
Negli anni tutte le vecchie strutture dellex villaggio operaio
vennero abbattute per edificare a cura dellOpera delle nuove abitazioni
per accogliere più degnamente gli esuli.
Veniva però meno quella struttura povera ma dignitosa che erano
i vecchi padiglioni in cui tutti gli esuli, qualsiasi fosse la loro
provenienza ed il loro passato rango sociale, si erano trovati sullo
stesso piano costituendo un unico corpo armonioso.
Nel frattempo si andava consolidando nel villaggio tutta una serie di
piccoli monumenti che i profughi ponevano a testimonianza del loro amore
per le terre dorigine. Sulla Via Laurentina veniva collocato il
Cippo Carsico con una targa bronzea con i simboli di Pola, Fiume, Gorizia
e Dalmazia raccordati dallalabarda di Trieste, in memoria dei
caduti Giuliano-Dalmati, mentre la Lupa che i polesani si erano portati
via dalla città nel 1947 trovava degno rilievo nel giardino della
Piazza Giuliani e Dalmati ove un tempo sorgeva la vecchia chiesa; il
monumento fu scoperto il 28 maggio 1972 insieme allinaugurazione
della nuova chiesa. Nella stessa piazza tempo prima era stato posto
un artistico mosaico opera del giuliano Amedeo Colella, che al ricordo
delle terre adriatiche abbinava i versi danteschi: Tu lascerai
ogni cosa diletta più caramente
. La nuova Chiesa,
dedicata sempre a S. Marco, veniva inoltre ornata sul lato esterno destro
da un leone veneto, posto quasi a guardia della Cappella che gli abitanti
del quartiere avevano voluto edificata a fianco della chiesa per i santi
patroni delle loro città dorigine, ognuno ricordato con
un artistico mosaico.
Un altro importante centro di aggregazione è stato da sempre
lassociazione sportiva Giuliana, che attualmente è sede
di un centro dotato di strutture sportive per il calcetto e di un campo
di bocce, mentre nei suoi tempi migliori aveva dato corpo ad una squadra
di pallacanestro e una di calcio, composte ambedue principalmente da
esuli o dai loro giovani discendenti, che con lo stesso glorioso nome
di A.S. Giuliana si erano fatte conoscere e rispettare nelle massime
divisioni di questi due sport.
In Via Antonio Cippico al numero civico 10, ha sede una delle principali
strutture culturali del Quartiere, la Società di Studi Fiumani
con annesso Museo di Fiume. LArchivio Museo raccoglie vari cimeli
della Città di Fiume (oggi Rijeka) spaziando però su tutta
la storia giuliano-dalmata, ed è ricco di oltre 5000 volumi,
riviste, giornali depoca ed oltre 32.000 documenti darchivio.
Tra i suoi pezzi pregiati molti autografi di Gabriele DAnnunzio
e di vari esponenti fiumani, coronati dalla recente acquisizione dellarchivio
Zannella, lautonomista presidente dello Stato Libero di Fiume.
Questo importante centro culturale che già un decreto del 12
luglio 1972 dellallora min. della Pubblica Istruzione, on. Oscar
Luigi Scalfaro, definiva quale ente di particolare interesse culturale,
negli ultimi anni ha avuto un ulteriore risveglio diniziative,
promuovendo convegni internazionali sullautonomismo fiumano, sul
trattato di Pace di Parigi e stilando recentemente, con lalto
patrocinato del Presidente della Repubblica, un importante accordo internazionale
con la Croazia per unapprofondita ricerca storica sulle vittime
italiane di Fiume durante lultimo conflitto mondiale e nel convulso
periodo del dopoguerra che portò al massiccio esodo dei fiumani.
Inoltre il Centro pubblica regolarmente la Rivista Storica Fiume.
Tutto questo e molto altro ancora è racchiuso in questo piccolo
spicchio dIstria, Fiume e Dalmazia che è il Quartiere Giuliano
Dalmata di Roma, e che ne fa un unicum irripetibile in grado, ancora
oggi, di nuovi fermenti culturali a testimonianza della storia e della
ricchezza umana delle sue genti.